
Comunità – E poi?
“Scrupoli e malinconia, fuori di casa mia“
SAn filippo neri

Ci raccontiamo
Nella disperazione non si vede più nulla, solo nero. “E poi?” invece è speranza.
Filippo Neri, nella Roma piena di contraddizioni del XVI secolo, soleva incalzare i suoi giovani con questa domanda sibillina: “E poi?”. Perché niente di creato appaga il desiderio di un essere umano: desideriamo sempre ciò che è più grande di noi. E perché niente è già scritto; ci può essere sempre un futuro.
A un certo punto il dolore di conoscere giovani senza desiderio e completamente ignari della propria bellezza diventa inaccettabile. Benedetto dolore. A quel punto o si fa qualcosa o si soccombe. La “Comunità E poi?” nasce dai volti dei ragazzi che non vogliamo lasciare indietro.
Un giorno del 1544, presso le catacombe di San Sebastiano, Filippo fu invaso dal fuoco dell’amore di Dio. Ah! Potessimo incendiare il mondo…
“Noi dobbiamo muovere ancora e ancora
T.S. Eliot, Quattro quartetti
verso un’altra intensità
per un’unione più compiuta,
una più profonda comunione attraverso il buio freddo e la vuota desolazione,
il grido dell’onda, il grido del vento,
la vastità delle acque, della procellaria e del delfino.
Nella mia fine è il mio principio.“

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